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Neanche 18 ettari di vigneto sono coltivati da Gianluigi Bergaglio, professore di viticoltura, e da suo figlio Diego. È necessario "tirare fuori le informazioni dal naso", a differenza di molti loro colleghi. Un po' introversi, quasi taciturni, preferiscono lasciare che siano i loro due vini a parlare. Si ha la sensazione che preferirebbero tornare in vigna. Eppure sono molto orgogliosi dei loro vini eleganti.
Provengono da un unico vitigno chiamato Cortese. Un'uva autoctona antica, probabilmente di oltre 500 anni, con la quale nessun ricercatore genetico ha ancora trovato una relazione altrove. Ne esistono ancora nemmeno 3.000 ettari, quasi esclusivamente in Piemonte, la maggior parte dei quali in provincia di Alessandria, nel sud-est della regione, lungo il fiume Lemme, vicino all'affascinante città storica di Gavi. Alcuni dei migliori siti appartengono ai Bergaglio, che lavorano solo le proprie uve. Il vigneto singolo Minaia, su una collina direttamente dietro la cantina di famiglia, è uno dei migliori dell'intera denominazione.
A circa 300 metri sul livello del mare, i filari si inarcano in direzione ovest su terreni rocciosi estremamente calcarei. Solo circa 3.800 canne per ettaro in coltivazione a Guyot, senza concimazione artificiale né irrigazione, ed esclusivamente con diserbo meccanico. Quassù soffia una brezza costante, proveniente dal Mar Ligure o dai vicini parchi naturali, che crea anche una netta differenza di temperatura tra giornate calde e notti fresche, favorendo un frutto fine e un'acidità elegante. Il Gavi di Gavi è stato spesso definito lo "Chablis d'Italia".
In passato, il Cortese era più che altro un vino prodotto in serie che serviva come vino base per il "Vermouth" bianco. Ma quando il vermouth passò di moda negli anni Settanta, alcuni viticoltori intorno a Gavi puntarono sulla qualità, limitarono le quantità con una vendemmia verde e una minore concimazione, e crearono vini bianchi e spumanti che in breve tempo sarebbero diventati famosi a livello internazionale. Il nome Gavi di Gavi ha catturato l'attenzione e il vino è diventato una bevanda di tendenza. Una delle prime cantine famose fu Nicola Bergaglio, dove nel 1970 per la prima volta l'uva non veniva più venduta, ma imbottigliata da sola. Tuttavia, Bergaglio si è subito reso conto che il Gavi di Gavi non solo ha le carte in regola per essere un vino di tendenza di rapida beva, ma può anche maturare bene se le uve dei siti cru vengono vinificate separatamente e con grande cura. I numerosi premi nazionali e internazionali assegnati a Minaia ne sono la prova. Il frutto fine e l'eleganza, uniti a una fluidità animata, lo rendono un ottimo accompagnamento per i cibi, in particolare per il pesce e i frutti di mare. Perfetto anche quando si servono le ostriche. L'alcool moderato e, non ultimo, il formidabile rapporto qualità-prezzo sono i famosi puntini sulle "i". SUPERIORE.DE
Fatti
- Anno di fondazione: 1946
- Proprietari: Gianluigi e Diego Bergaglio
- Enologo: Diego Bergaglio
- Produzione annuale: circa 140.000 bottiglie
- Superficie del vigneto: circa 18 ettari
- Coltivazione naturale (non certificata)